I dati non mentono: se è vero che nel 2024 il mercato italiano del cloud ha fatto registrare un +24% complessivo (Osservatorio PoliMi), il comparto che ha letteralmente trainato la crescita è quello dei servizi infrastrutturali (o servizi IaaS), che rappresentano il modello di base della cloud transformation. Com’è noto, infatti, i servizi IaaS si sostanziano nella fornitura diretta, da parte di un cloud provider, di infrastrutture virtuali come server, storage e reti, delegandone all’azienda la gestione dal layer di virtualizzazione in su.
IaaS, acronimo di Infrastructure as a Service, è il modello base del cloud computing. Il significato di IaaS è semplice: si tratta di un servizio che fornisce infrastruttura IT virtualizzata attraverso Internet. Le aziende possono così accedere a risorse come server, archiviazione dati e rete senza dover acquistare e gestire fisicamente l’hardware.
Il provider si occupa della gestione dell'infrastruttura fisica – inclusi data center, alimentazione, raffreddamento e server – mentre il cliente ha il pieno controllo su tutto ciò che vi gira sopra: sistema operativo, applicazioni, middleware e dati. L’accesso e la gestione delle risorse avvengono generalmente tramite console intuitive o API, offrendo un alto grado di automazione e personalizzazione.
IaaS è solo uno dei tre modelli di servizio nel cloud computing. La differenza principale con PaaS (Platform as a Service) e SaaS (Software as a Service) riguarda il livello di controllo e di gestione.
Con IaaS, il provider fornisce le fondamenta dell’infrastruttura: è l’utente a gestire software, sistema operativo e applicazioni. Con PaaS, invece, si ha a disposizione una piattaforma completa per sviluppare, testare e distribuire software, senza occuparsi dell’infrastruttura. Infine, con SaaS, l’utente utilizza un’applicazione già pronta all’uso, accessibile da browser, senza occuparsi né di infrastruttura né di sviluppo.
Scegliere un'infrastruttura IaaS consente alle aziende di ridurre gli investimenti in hardware e passare a un modello a consumo, flessibile e scalabile. La possibilità di aumentare o ridurre le risorse IT in tempo reale permette di gestire carichi di lavoro variabili – come quelli legati a intelligenza artificiale o picchi stagionali – con maggiore agilità.
Inoltre, grazie alla disponibilità immediata delle risorse, è possibile attivare ambienti in pochi minuti, accelerando notevolmente il time-to-market. L’IT interno può concentrarsi sulle attività strategiche, mentre il provider si occupa della gestione dell’infrastruttura fisica. Anche le PMI possono così accedere a tecnologie avanzate senza dover sostenere costi proibitivi.
Un’infrastruttura IaaS è utile in molti scenari. È la soluzione ideale per chi intende migrare applicazioni dall’on-premise al cloud con il modello Lift & Shift, senza riscrivere il software. Si rivela perfetta anche per ambienti di test e sviluppo, che richiedono attivazione e dismissione rapide.
In ambito sicurezza, l’IaaS consente di realizzare strategie di backup e disaster recovery robuste, appoggiandosi a un’infrastruttura off-site. È inoltre adatta per l’hosting di siti e applicazioni web, nonché per attività che richiedono elevate capacità computazionali, come analisi di big data o calcoli complessi legati all’intelligenza artificiale.
Scegliere un fornitore IaaS richiede attenzione a diversi aspetti. Le performance dell’infrastruttura e la garanzia di uptime devono essere certificate da SLA chiari. La sicurezza, invece, passa da certificazioni come ISO 27001, dalla conformità a normative come NIS2, e da servizi di cybersecurity integrati.
È importante valutare anche la localizzazione dei data center, per garantire la sovranità dei dati e minimizzare la latenza. Il supporto tecnico dovrebbe essere disponibile 24/7, in italiano e fornito da personale competente. Infine, oggi più che mai, conta anche l’impegno concreto verso la sostenibilità ambientale: preferire provider che utilizzano energia rinnovabile e adottano strategie green è una scelta strategica.
CDLAN offre una soluzione IaaS italiana, su misura, con infrastruttura proprietaria distribuita tra due data center d’eccellenza a Milano (C21) e Roma (E100). Entrambi garantiscono massimi standard di resilienza e affidabilità e un uptime garantito del 99,995%.
Essere un provider italiano significa anche offrire un supporto tecnico vicino, competente e disponibile, con una conoscenza diretta delle esigenze del mercato locale. In più, le nostre soluzioni sono pensate per adattarsi a ogni esigenza: dall’hosting di ambienti virtuali alla creazione di architetture di disaster recovery tra siti diversi, con livelli di servizio personalizzati.