In un periodo storico fortemente incentrato sul digitale, il data center non è soltanto il principale responsabile della continuità operativa, ma anche delle performance applicative e delle capacità di innovazione aziendale. Data la pressoché totale digitalizzazione delle comunicazioni, dei processi interni e di quelli collaborativi che legano l’azienda a partner e clienti, poter contare su una base solida, resiliente e ad altissime performance è fondamentale per portare avanti con successo l'attività di impresa.
La soluzione giusta di data center: criteri per la scelta
Supponendo che l’azienda abbia deciso di optare per l’outsourcing, come scegliere la soluzione giusta di data center? Il tema è ampio e complesso, poiché entrano in gioco variabili come le performance necessarie per supportare i processi aziendali, la tipologia di processi che il data center deve gestire (mission critical o meno), i vincoli di compliance cui l’azienda è soggetta e, ovviamente, i suoi obiettivi lato business.
Scegliere la soluzione giusta di data center significa affrontare molteplici riflessioni, e non è un caso che esistano appositi standard e certificazioni che in qualche modo agevolano e semplificano il processo decisionale. Emblematica, sotto il profilo della resilienza, è la certificazione di Uptime Institute, che com’è noto si esprime in un Tier (da I a IV) e valuta la capacità del data center di garantire operatività continua anche di fronte a imprevedibili cause di disruption. In CDLAN possiamo contare su due data center Tier IV compliant: considerando che ognuno di essi garantisce singolarmente un uptime medio annuo del 99,995%, l’impiego sinergico delle due strutture in un progetto di business continuity è certamente in linea con le esigenze di uptime di qualsiasi attività, anche le più critiche e strategiche.
Attenzione alle performance, e in particolare alla latenza
La resilienza è fondamentale, ma non è l’unico parametro che indirizza la scelta di un data center. Le performance che questo è in grado di garantire in termini di scalabilità, velocità di elaborazione e di risposta su carichi di lavoro consistenti sono determinanti, soprattutto sui processi critici e su quelli fortemente regolati (healthcare, pharma, finance…).
All’interno del macrocosmo delle performance, un tema centrale è quello della latenza, che si definisce come il tempo che intercorre tra il momento in cui un dato viene inviato e il momento in cui viene ricevuta la risposta. La latenza si misura in millisecondi e dipende da diversi fattori, tra cui le performance dell’hardware che deve elaborare la richiesta e di tutte le interconnessioni di rete. Mantenere (molto) basso il valore di latenza è essenziale, perché un ritardo sostenuto incide sulla qualità dei processi, anche e soprattutto di quelli core: in un’era di totale digitalizzazione delle comunicazioni, per esempio, si pensi agli effetti di un ritardo della voce nelle telefonate, oppure in una sessione di telemonitoraggio clinico, per non parlare degli effetti del “delay” in un intervento di telechirurgia.
Il data center C21 di CDLAN e la connessione diretta al MIX
Si è detto che la latenza dipende da molti fattori: uno di questi è la distanza fisica che intercorre tra l’endpoint che invia la richiesta e il data center. Il semplice fatto che entrambi i nostri data center siano fisicamente situati in Italia, sia pur debitamente distanziati (C21 a Milano ed E100 a Roma), determina una riduzione nativa della latenza rispetto a soluzioni internazionali, magari basate su data center situati oltreoceano. La presenza in territorio italiano ha anche, rispetto a quest’ultimo caso, benefici in termini di compliance.
C’è inoltre un altro aspetto che va valutato a livello di performance. C21, il nostro data center Tier IV compliant di Milano, è situato all’interno del Caldera Park, lo stesso sito in cui ha sede il MIX (Milan Internet Exchange), ovvero lo snodo TLC più importante d’Italia nel quale avviene l’interconnessione tra reti appartenenti a diversi operatori come Internet Service Provider e Cloud Provider. La vicinanza al MIX ha dunque un effetto moltiplicatore sulle performance, poiché riduce la latenza rispetto a tutte le reti degli operatori connessi. In termini pratici, la latenza resta ai minimi a prescindere dall’operatore utilizzato dall’azienda o anche dal singolo utente che accede a sistemi ospitati in C21.
Il nostro data center C21 non è solo fisicamente vicino al MIX, ma è collegato ad esso in modo diretto e con fibra proprietaria, a ulteriore potenziamento delle sue performance. Inoltre, la connessione diretta determina un incremento di sicurezza dagli attacchi DDoS e di flessibilità nella gestione delle interconnessioni, con il risultato di rendere C21 adatto a supportare le esigenze di qualsiasi workload critico.